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NON TOCCATE I NOSTRI RAGAZZI

Cari Amici e Nemici,

capita, ormai sempre più spesso, di sentire questi ragionamenti, da parte di "esperti": «Care ragazze, state attente perché molte volte, andando in discoteca, se aveste possibilità di un rapporto, mi raccomando, cercate di essere protette. Diversamente come fareste andare dai genitori a raccontare di essere incinte?» o "educatori" preoccupati che raccontano di mamme delle ragazze di prima superiore che le portano o già le hanno portate dal ginecologo per farle assumere la pillola anticoncezionale, così possono avere rapporti sessuali senza rischio di gravidanza... VA TUTTO BENE?





Educazione del cuore o educazione sessuale? Riflessioni a proposito il pensiero di introdurre nelle scuole l'educazione sessuale.

Non si tratta di confessionalismo o di bigotteria, ma dell'autentico rispetto dei nostri giovani. Non si può pensare che la sessualità sia un bene di consumo da assumere con l'unica preoccupazione di evitare di rimanere incinte (per le ragazze). Mentre per il resto siano pure oggetto delle loro voglie e soprattutto delle voglie dei maschietti, alla faccia di ogni rivendicazione femminista. Se poi l'istinto scatena reazioni incontrollate, come abbiamo visto ultimamente nella tragedia di Senago (Mi), diamo pure la colpa «alla famiglia tradizionale» o, ancora, alla scarsità dei fondi...


Preferisco Socrate come corruttore della gioventù, piuttosto che quegli "esperti" in tuttologia sessuale che indottrinano i nostri ragazzi sulle gravidanze indesiderate e precoci, evitando con cura che i genitori se ne possano render conto. È questa l’educazione sessuale di stato che proponiamo nelle nostre aule scolastiche, ben attenti che non ci siano testimoni i docenti della stessa classe?

Dobbiamo soltanto accompagnare i ragazzi, con il loro bisogno di affetto e di autenticità, a vivere esperienze traumatiche e – si perdoni l’espressione – soltanto animalesche? Forse i nostri giovani meritano di più.

Certamente (anche in occasione dell'alluvione che hanno colpito la Romagna) sono i giovani stessi che hanno saputo dare una immagine di sé infinitamente più bella e generosa. Che docenti ed educatori siano all’altezza del loro cuore!


Potrebbero aiutarci queste parole di un autore classico sul tema dell’amore, parole che non mi pare abbiano perso di attualità: «La lettura di queste pagine potrebbe essere una delusione per chi si aspetta una facile istruzione sull’arte di amare. Questo volumetto, al contrario, si propone di dimostrare che l’amore non è un sentimento al quale ci si possa abbandonare senza aver raggiunto un alto livello di maturità. Vuole convincere il lettore che ogni tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità; che la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio. Senza queste virtù è impossibile amare veramente. […]

È l’amore un’arte? Allora richiede sforzo e saggezza. Oppure l’amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è questione di fortuna? Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si crede alla seconda. […]

L’amore non è la conseguenza di un’adeguata soddisfazione sessuale, ma la felicità sessuale - e la conoscenza della cosiddetta tecnica sessuale - è una conseguenza dell’amore.» (E. Fromm, L’arte di amare)


Prendo un consiglio che rivolgo a docenti ed educatori, dalle parole rivolte ai giovani da un autentico maestro dei giovani, amato e ricambiato: «Giovani, non “lasciatevi vivere”, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro! […]»

Solo così, mettendosi insieme e con impegno reciproco, potremo ridare ai giovani quella speranza che il loro cuore desidera e quell’amore che rende la vita degna di essere vissuta…

«Il giovane che diventa uomo, pur se può usufruire dell’assistenza e dell’aiuto di altri - a cominciare dall’opera insostituibile dei genitori - dovrà in definitiva costruirsi con le sue forze. Non si tratta di sollecitudine e di chiusura egoistica in se stessi. Si tratta unicamente di fedeltà della propria verità di essere umani, portatori di un proprio irripetibile destino.

Sappiate, dunque, carissimi giovani, “prendere in mano” la vostra vita. Fatelo in nome di quel nucleo interno indistruttibile, che è la vostra libertà personale: un grande e prezioso dono, che Dio vi ha fatto e che Dio stesso rispetta. Quando si tratta delle scelte di fondo, quando - vi ripeto - urgono le decisioni, allora l’iniziativa spetta a voi: tocca a voi muovervi e camminare


Come educatore appassionati del bene dei giovani è questo che dobbiamo favorire in coloro che ci sono affidati. E per fare questo bisogna sapere dare tempo, incontrarsi e imparare a giudicare. Non saremo soli in questa opera meritoria.


P.S.: A volte capita, ascoltando quello che i giovani hanno compreso dei tentativi (spesso maldestri) di dare una cosiddetta educazione sessuale, di apprendere insegnamenti non adeguati alla loro condizione ed età. E forse pensiamo che i nostri ragazzi non abbiano capito bene. Chiediamo ai genitori di informarsi, di farsi raccontare quello che i vari "esperti" raccontano senza tema di essere contraddetti, vista l’assenza degli educatori responsabili, e che pare che a volte contengano il suggerimento degli stessi esperti di non farli sapere ai propri genitori. Si aprirebbero tanti occhi e ci si muoverebbe in difesa di un vero amore e del rispetto delle tappe educative dei ragazzi stessi.


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