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A PROPOSITO DELL'EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE:

  • Pascal
  • 3 dic
  • Tempo di lettura: 3 min
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Cari Amici e Nemici normoragionanti,

mi domando: perché la sinistra vuole l’educazione sessuale nella scusa?

 

Da anni l’introduzione della cosiddetta educazione sessuale nelle scuole italiane costituisce una delle mete più ambite dei partiti di sinistra. L’educazione sessuale, con il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, faceva parte di quel pacchetto di “conquiste civili” (da notare le virgolette) rivendicate negli anni ‘70 da comunisti, socialisti e radicali per scardinare la società italiana fin dalle fondamenta. 


Queste rivendicazioni vengono da lontano. Senza risalire alla Rivoluzione francese, basta ricordare che la Rivoluzione comunista del Novecento, soprattutto nella sua prima fase, quella di Lenin e di Trotzki, si proponeva di trasformare non solo l’ordine sociale ed economico, ma anche la visione dell’uomo, della famiglia e dell’educazione.  


Nel 1929 i dirigenti sovietici invitarono un allievo di Freud, lo psicanalista austriaco Wilhelm Reich per una serie di conferenze che portarono alla pubblicazione a Mosca del saggio Materialismo dialettico e psicanalisi, che costituisce il testo fondatore del cosiddetto marx-freudismo. In questa e nelle sue opere successive, Reich presenta la famiglia come l’istituto sociale repressivo per eccellenza e afferma che il nucleo della felicità sta nell’appagamento sessuale. L’educazione sessuale è parte integrante del suo progetto di trasformazione rivoluzionaria della società. Le idee di Reich e di altri teorici del marx-freudismo come Marcuse trionfarono con la Rivoluzione del Sessantotto ed entrarono a far parte del patrimonio politico della sinistra internazionale.


Ma chi è sano di mente e usa la ragione e il buon senso e non l’ideologia, è certo invece come la trasmissione della vita continua, all’interno della famiglia, nell’educazione di colui che è frutto di un atto di amore: un uomo dotato di anima e di corpo. L’educazione è uno dei cosiddetti “valori non negoziabili”, vicino alla vita e alla famiglia, a cui è intimamente legato. Il diritto dei genitori ad educare i propri figli è anteriore a quello della società civile e non può essere espropriato dallo Stato, soprattutto quando all’educazione religiosa e morale si pretende di sostituire l’educazione sessuale, fondata su una visione dell’uomo antitetica. L’educazione sessuale è sempre cattiva, quando pretende di essere scolastica, cioè pubblica, mentre essa può essere solo personale e privata, e perciò deve essere naturalmente affidata alle famiglie, altrimenti rischia di divenire una forma di corruzione culturale e morale.


Il Disegno di legge n. 2423, “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”, presentato dal Ministro Giuseppe Valditara, il 23 maggio 2025 prevedeva il divieto di insegnare l’educazione sessuale nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole elementari. Il 15 ottobre 2025, però, la Commissione Cultura della Camera aveva approvato un emendamento della Lega che estendeva il divieto anche alle scuole medie, permettendo l’educazione sessuale soltanto alle scuole superiori e, comunque, solo con il consenso dei genitori (o degli studenti maggiorenni).


Alle medie sarebbero stati consentiti solo temi di base come riproduzione e malattie sessualmente trasmissibili. Un buon emendamento, dunque, che ha naturalmente provocato una levata di scudi da parte della sinistra. Il testo restrittivo è stato approvato in commissione con la nuova restrizione, ma il 10 novembre 2025, iniziata la discussione in aula, la Lega ha fatto marcia indietro: la deputata Giorgia Latini ha presentato un nuovo emendamento che cancella la modifica approvata in commissione e ripristina il testo originario, vietando l’educazione sessuale solo a infanzia ed elementari, non più alle medie. Questa marcia indietro da parte delle forze della maggioranza, e in particolare della Lega, sorprende.


La sinistra è coerente quando rivendica l’educazione sessuale obbligatoria in ogni scuola di ordine e grado. Non è coerente (purtroppo) chi afferma di opporsi alla sinistra, ma poi alle sue richieste cede o si accoda in un campo delicato e vulnerabile qual è quello dell’educazione dei nostri ragazzi.

 
 
 

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