CHE CI HANNO PRESO GUSTO?
«Egli sorge da un estremo del cielo /e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: /nulla si sottrae al suo calore» (Sl 18 A1.7).
Cari Amici e Nemici,
fine emergenza? Mai! Dopo il Covid, ecco il caldo. Ed ecco tornare la voglia di lockdown. Amici francesi mi fanno sapere che a Bordeaux, dove l’amministrazione locale di sinistra ha deciso di vietare (vietare, non sconsigliare) le manifestazioni pubbliche all’aperto a causa delle temperature elevate. In nome della salute, ovviamente. In nome del risparmio energetico, ovviamente. E con il sostegno della scienza, altrettanto ovviamente. Le norme introdotte a Bordeaux vietano “concerti e grandi assembramenti pubblici fino alla fine dell’ondata di caldo”. Però “le celebrazioni private, come i matrimoni, saranno comunque consentite”.
Questo linguaggio vi ricorda qualcosa? Torna la tendenza a vietare e a consentire, proprio come durante i lockdown per il Covid. Già si parla di “giustizia climatica”. Decisa dall’alto. E alla quale i cittadini possono soltanto assoggettarsi. Non importa se a te piace il caldo. Non importa se ti va di stare al sole. C’è un divieto e va rispettato.
Il governo dell’emergenza, sdoganato per la “pandemia”, ha trovato un altro terreno sul quale esercitare il suo potere coercitivo. E la paura è ancora una volta la leva decisiva. “Si corrono gravi rischi per la salute” ha detto il ministro Speranza. Quindi: impotetico lockdown?
Che il potere ci ha preso gusto!
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