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LO IUS SOLI? E' SOLO UNA TRAGICA BURLA



E' una grande balla che in Italia occorre introdurre lo jus soli (l. "diritto del suolo") per dare la cittadinanza ai bambini degli immigrati. Attualmente, secondo la legge attuale (senza la tragica burla dello ius soli, la ricevono già “per trasmissione” nel momento in cui i loro genitori diventano cittadini italiani. Non ci si crede? Bhé, si vada a leggere l’art. 14 della legge 91/1992. Quando poi diventano maggiorenni sono perciò già facilitati nella loro richiesta di diventare cittadini italiani, se lo vogliono, il che non è peraltro scontato. Gli stranieri ormai stabiliti da noi sono interessati alla certezza dei loro diritti previdenziali e del loro permesso di soggiorno, ma non sempre alla cittadinanza.

C’è paradossalmente qualcosa stile sinistroide in questa idea, secondo cui tutti gli immigrati muoiono dalla voglia di diventare cittadini italiani.


Questa sinistra sta distruggendo la cultura italiana! Lo jus soli, è una cosa idiota e ha solo l’intento di introdurre una novità che non c’entra niente con la questione, e che è tanto inutile quanto perniciosa. Si vorrebbe cioè a certe condizioni (nascita e studi in Italia) far diventare cittadini italiani dei minori nati da persone che sono e restano cittadini stranieri. E’ una novità inutile perché, in quanto minori, essi continuano a restare sotto la patria potestà del padre e della madre, ed è perniciosa perché va a dare un altro colpo al concetto di famiglia. Ed è probabilmente proprio questo che spiega l’accanito sostegno che le viene dai giornali e dai telegiornali “illuminati”. C’è poi dietro l’idea che, in forza della cittadinanza, si possano integrare questi minori nella nostra cultura e nella nostra identità anche a prescindere dai loro genitori; e che a ciò basti la nostra scuola. Un’illusione davvero irresponsabile se si pensa alla realtà delle scuole statali che questi ragazze e ragazzi stranieri hanno frequentato o frequenteranno.


C’è perciò qualcosa di ripugnante, se non di tragico, nel modo con cui si affronta oggi nel nostro Paese tutto quanto attiene al problema demografico. E’ primo e più importante problema politico dell’Italia di oggi, quindi i giornali e i telegiornali dovrebbero averlo costantemente in prima pagina. Invece in pratica non se ne parla né se ne scrive mai, salvo toccarlo indirettamente come è accaduto l’altro giorno, a suon di sberloni, in Senato.

D’altra parte la questione riguarda non solo l’Italia ma l’intera Europa, salvo la Francia e l’Irlanda. Perciò anche in sede europea se ne dovrebbe parlare tutti i giorni. E’ invece significativo che fino ad oggi nessuno, dal Parlamento alla Commissione e al Consiglio, abbia mai messo all’ordine del giorno un dibattito generale sulla crisi demografica dell’Unione. Più volte invece si sono occupate di promozione dell’aborto e in genere di tutto ciò che gioca contro la vita. Sarebbe bello, ma forse è un sogno, che gli europarlamentari i quali da candidati si erano detti a favore della vita prendessero l’iniziativa di chiedere al Parlamento europeo un dibattito generale sulla questione.


Nello squallido quadro del generale ritardo culturale che la caratterizza, è evidente che la “razza padrona” politica e mediatica predominante continua ancora a credere di poter colmare senza problemi il deficit demografico europeo con l’immigrazione. E’ un equivoco che è stato ampiamente smentito tra gli altri da Giuseppe Valditara, Gian Carlo Blangiardo e Gianandrea Gaiani nel loro ottimo Immigrazione. Tutto quello che dovremmo sapere, Aracne Editore, 2016. Ne consiglio la lettura in questo periodo estivo!


Mi chiedo se all’origine del muro di silenzio che circonda questi cruciali problemi non ci siano anche motivi di ordine psicologico, se non psicanalitico. Le redazioni dei giornali e le segreterie dei partiti sono oggi sempre più piene di ragazze e ragazzi mai cresciuti, chiusi dentro una loro boccia di vetro di emozioni e di relazioni temporanee, che da questioni di questo genere si sentono messi in causa personalmente. Prima che per ragioni politico-culturali questa gente è schierata contro la famiglia per così dire… per legittima difesa. L’affermazione del valore della stabilità dei rapporti, e il richiamo al dovere della fecondità e della responsabilità educativa, pone loro delle domande che più o meno consapevolmente avevano scelto di censurare. Occorre premere perché se le pongano, per il loro bene ma non solo. Altro che diritto del suolo! Qui c'è bisogno del diritto della ragione!

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