IL NICHILISMO SFACCIATO DI CHARLIE HEBDO e il RELATIVISMO DEI NOSTRI TEMPI!
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Si dice che non tocca a noi giudicare... Questa è una grande sciocchezza tipica di una mentalità relativista e libertina dominante. Non è vero che non tocca noi giudicare. L'uomo è dotato di ragione ed è questa ragione che impone il saper giudicare, ciò che è bene e ciò che è male: perché il giudizio è sempre una precisazione! Sia chiaro. "Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono" (1Ts5,21).
Il massacro subito, nel nome di Allah, dai redattori di Charlie Hebdo, per mano di terroristi islamici, ci rende sempre attenti e prudenti, per un senso di pietà, sì, nel giudicare nel merito quanto quella rivista pubblica nel nome della intoccabile “satira”.
Dobbiamo, però, avere il coraggio civile e culturale di dare un giudizio chiaro su quanto quella rivista scrive, soprattutto in un mondo globalizzato, in cui tutti si permettono di sbeffeggiare tutto, aiutati anche da certi Media senza scrupoli. La rivista francese non può essere, per motivi unicamente di "libertà" di pensiero, una sorta di “zona franca” culturale, a cui nessuno abbia diritto di accedere. Assassini i terroristi islamici, liberi i redattori di Charlie Hebdo di pubblicare quello che vogliono, liberi noi di giudicare.
Ed allora, ci permettiamo di giudicare con forza e senza attenuanti le vignette che quella rivista ha dedicato con sfrontatezza (non confondiamola con il coraggio, perché non occorre alcun coraggio nello sbeffeggiare vittime innocenti) alle vittime del terremoto che ha provocato quasi 300 morti nella bellissima zona di Amatrice.
Ciò che colpisce, innanzi tutto, è stata l’assoluta mancanza di un minimo rispetto umano verso uomini, donne e bambini uccisi in modo così drammatico e cruento. Spesso i veri autori di satira dedicano toccanti e poetiche vignette alle persone morte, soprattutto a causa di eventi tragici o imprevedibili. Si può, quindi, fare una satira positiva e costruttiva nei confronti del mistero della morte: nel nostro caso, nulla di tutto ciò. Solo irrisione crudele e senza senso.
Per di più, questi incolti autori senza scrupoli si sono attaccati ai più banali luoghi comuni relativi a noi italiani, come al solito identificati con la pasta ed il relativo sugo (alla amatriciana, in questo specifico caso) e, naturalmente, con la mafia. Non contenta di avere usato i corpi dei nostri morti per farcire la lasagna, la redazione di Charlie, di fronte alle critiche universali subite, ha pubblicato una nuova vignetta con la quale, in sostanza, riesce a dire che è tutta colpa della mafia.
Andando alla sostanza della questione, non possiamo non identificare nella rivista francese un classico esempio di che cosa voglia dire il nichilismo più sfacciato. Charlie Hebdo costituisce un inno al nulla, un canto alla distruzione, una enciclopedia, consultabile nei futuri secoli, per capire in che razza di clima assurdo noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questi anni bui. Anni senza pietà, anni cinici, anni distruttivi non solo a causa di terremoti. Al che il medioevo... I medievali rabbrividirebbero davanti a noi.
La rivista francese (il clima culturale in Francia aiuta certamente questo nichilismo) ha iniziato con lo sbeffeggiare Trascendente, nelle sue varie rappresentazioni e, quindi, non poteva non finire con lo sbeffeggiare l’intera umanità, in tutte le sue versioni e, persino, in tutte le sue tragedie, senza pietà e senza compassione. Altro che chiamarci tutti "Charlie”. IO NON SONO CHARLIE!
Tutti siamo limitati e tutti ci limitiamo civilmente per rispettare la convivenza comune. Non si capisce perché qualcuno continui a dire che solo la satira non debba avere un limite. L’episodio qui criticato dimostra, invece, che persino la satira debba avere un limite, se vuole continuare ad essere umana ed a contribuire positivamente alla vita di tutti noi. Naturalmente, dovrebbe essere una autolimitazione da parte dei satirici. Noi non siamo come i campioni del “pensiero unico” (cinico e bugiardo), che vorrebbero imporre per legge ciò che solo loro sostengono. Libertà per tutti, ma nel rispetto per gli altri, rispetto che “Charlie” ha calpestato ed offeso. Di pronta risposta la redazione di Charlie Hebdo ha dichiarato: "Noi siamo fatti così: prendere o lasciare"! Bhé, per quanto mi riguarda io vi lascio nella vostra merde francaise! Capito?