top of page

MATURITA' 2024.




Cari Amici e Nemici normo-ragionanti,

dopo avere appena finito di tradurre l'esposizione in greco di Platone della seconda prova al Classico (tra l'altro non ci ho messo molto) mi sono messo a riflettere sulle tracce di questa prima prova della Maturità 2024. Dedico queste righe a Riccardo e Davide, maturandi 2024. Va detto: finalmente, dopo anni, nella prima prova di Maturità, le tracce le ho trovate belle. Al centro di queste tracce non si trova, finalmente, il mieloso e il discutibile tema del progresso o peggio ancora l’ecologia o qualche altro tema superfluo e inutile tipo il riscaldamento del globo... con buona pace della Gretina Tumberg sparita dalla circolazione!


Dicevo, finalmente nelle tracce di questo 2024 si trova l’umano nella sua interiorità e profondità; l’umano che si può riscoprire nel silenzio, nello scrivere un diario, nella negatività delle proprie giornate e delle proprie attività; l’umano che nasce nel dramma della guerra o nel rapporto con le macchine che rischiano di fagocitare l’anima (intelligenza artificiale).


Le proposte hanno davvero offerto l’occasione di riflettere su esperienze e temi centrali nella vita di ciascuno e nell’attualità. Spesso, le tracce sembrano, invece, scritte per adulti che devono far gli esami di Stato o per specialisti di un certo settore. Raramente si ha l’impressione che i suggerimenti proposti siano stati pensati per giovani di 18 o 19 anni. Seguendo i telegiornali, sul volto degli studenti, ho visto la soddisfazione di ragazzi che avevano più proposte tra cui scegliere sulle quali potevano esprimere davvero la loro opinione, manifestando anche la propria preparazione culturale.


La tipologia B3 (analisi e produzione di un testo argomentativo) offriva una riflessione a partire dal saggio Riscoprire il silenzio. Arte, musica, poesia, natura fra ascolto e comunicazione di Nicoletta Polla-Mattiot: il silenzio è «pausa che dà vita alle parole», è condizione dell’ascolto. Si parla a turno, si tace a turno. Nella società del rumore e del momento presente edonistico, il silenzio è l’occasione per riscoprire sé stessi e la propria interiorità.

Dello stesso pensiero è il tema di riflessione (C2) sul diario cartaceo (che io uso ancora) ormai non più adoperato dalla maggior parte dei ragazzi, abituati a un diario pubblico digitale, falso e confezionato per i like. Dico spesso ai miei studenti dell’importanza del diario personale, come una sorta di Zibaldone, una raccolta di pensieri e di riflessioni sulla vita, su quanto accade di bello e di brutto nella giornata, su incontri e fatti, discussioni e meditazioni, letture o film visti, un momento di approfondimento di un aspetto della vita di tutti i giorni. Il diario permette la scoperta del guardarsi dentro, uno spazio personale, un luogo di riflessione, la scoperta che abbiamo un’interiorità, una coscienza, un’anima. E’ l’importanza del diario. So che molti Docenti che conosco se la ridono, oltre che essere non credenti!


Cari Docenti fatevene una ragione: chi fa la verità viene sempre alla luce! Che vi piaccia o no, che scegliate nei programmi di Filosofia autori che più a voi piacciono ideologicamente... Ho avuto chi dopo Aristotele (fatto male tra l'altro) è passato a Copernico dimenticando tutta la filosofia medievale... Risposta? "Non sono credente!". Questa persona aveva anche tolto il crocifisso dall'aula dove "insegnava"... Rimpiango, a suo tempo, per non avere permesso alle "mie" Rappresentanti dei Genitori di non aver fatto procedere il ricorso su questo genere di docenti di filosofia, e in altre materie... Inglese (quinto anno) e non solo... Si noti il termine docenti in minuscolo...


Di nuovo una possibilità di riflessione sull’uomo è offerta nell’altro tema di riflessione (C1) a partire dal saggio Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini. La soddisfazione personale non deriva dal grado di intelligenza o dalla capacità di portare a termine «con esattezza il compito intrapreso». «L’imperfezione nell’eseguire il compito» è «più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione».

 

Anche la seconda proposta della tipologia A, nata dal romanzo pirandelliano Quaderni di Serafino Gubbio operatore, invita a riflettere sull’uomo al tempo delle macchine che fagocitano l’anima. Il protagonista Serafino, scrive le sue riflessioni quotidiane sui suoi taccuini. Le macchine, che un tempo erano un mezzo e uno strumento, sono diventate il fine. Dell'anima, dice Serafino, non sappiamo più cosa farcene. Quando scriveva il romanzo, ormai cent’anni fa, chi si sarebbe immaginato di poter vedere persone che non comunicano più se non con messaggi al cellulare, persone che si trovano a cinque metri di distanza e che si mandano messaggi. Pirandello scrive che la macchina ha liberato il servo, ma ha sottomesso il padrone.


Spero che il mio “maestro” di Lettere, il prof Caddeo, non mi rimproveri, perché è una riflessione che dovremmo fare tutti noi, perché i padroni siamo noi. La società antica era basata sulla schiavitù. L'invenzione delle macchine ha tolto la schiavitù, ma le stesse macchine, che dovevano liberare l’uomo, sono diventate la schiavitù dell’uomo. Siamo schiavi delle macchine che abbiamo creato.


Senza l'io c’è il trionfo della stupidità. La questione è attualissima: io e IA (Intelligenza Artificiale). Che cosa è l'intelligenza artificiale se non c'è l'uomo, se non c'è la mia intelligenza? Se non c’è l’uomo è il trionfo della stupidità. Siamo ancora al capitolo primo dei Quaderni di Serafino Gubbio operatore in cui il protagonista riflette sul fatto che in questo modo l’uomo arriverà all'autodistruzione. È impressionante, perché all'epoca non era ancora stata inventata la bomba atomica. Nel 1915, nello stesso anno in cui scrive Si gira (modificato poi nel 1925 nei Quaderni di Serafino Gubbio), Pirandello scrive anche un saggio sulla guerra intitolato La guerra. Il posto delle macchine impazzite. In questo testo Pirandello scrive che: “... le macchine fagocitano sette morti al minuto. Le macchine non divorano più soltanto la nostra anima, ma anche materialmente il nostro corpo”.

Per essere completo nelle tracce. La riflessione sulla guerra è stata suggerita attraverso l’analisi di testo, una volta ancora (la quinta) attraverso una poesia di Ungaretti, intitolata Pellegrinaggio, appartenente alla raccolta L’Allegria.

Ho trovato interessante anche la traccia B1 presa da Storia d’Europa di Giuseppe Galasso. Dopo l’analisi e la comprensione del testo, si chiedeva di riflettere:

 

Ritieni che il cosiddetto «equilibrio del terrore» possa essere considerato efficace anche nel mondo attuale oppure sei dell’opinione che l’odierno quadro geopolitico internazionale richieda un approccio diverso per affrontare gli scenari contemporanei?

 

La traccia B2, poi, riguardava una riflessione sulla bellezza dell’Italia, sulla tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale dell’Italia a partire da un articolo di Maria Agostina Cabiddu. Erede della classicità greco-romana, il popolo italiano è diventato sempre più creativo nell’arte, nella letteratura, nelle opere sociali e caritative all’interno di quella grande eredità cristiana a cui si è ispirato durante i secoli. La grandezza di Cimabue e Giotto, di Dante, Petrarca, Boccaccio, di Machiavelli e Guicciardini, di Ariosto e Tasso, di Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Leonardo fino ad arrivare a Tiepolo (spero di non fare errori) ci dicono che hanno condizionato tutto il mondo per secoli, dal Duecento fino al Settecento. Italia è sempre stata sinonimo di letteratura, di cultura, di arte, di gastronomia, di musica. Finalmente una Maturità interessante e a misura dell’umano! Grazie Ministro!

Commentaires

Noté 0 étoile sur 5.
Pas encore de note

Ajouter une note
Archive
bottom of page