HANNO PERSO MA NON SI DIMETTONO
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Cari Amici e Nemici normo-ragionanti,
finalmente è finita questa lunga maratona per le elezioni europee: non se ne poteva più!
Faccio una premessa.
Sui giornali leggo di partiti che esultano per il risultato elettorale, sia a manca sia a destra, ma in realtà la vera notizia, per me, è questa: in Italia l’affluenza definitiva alle urne per le Europee è stata del 49,69%, con un calo del 6,4% rispetto al 56,09% del 2019. Per la prima volta, per le Europee meno di un italiano su due è andato a votare. Considerando tutta l’Europa, ha votato il 48,21% degli aventi diritto. Si tratta di un calo del 6,29% rispetto al 54,5% del 2019.
La verità è che il partito che ha vinto lo chiamo GdO, cioè Gesto dell’Ombrello. Una sonorissima sconfitta per tutti.
Detto questo entro nel merito di queste mie inutili righe.
Nel dopo elezioni, uno dei giochetti più divertenti, per me, è sentire le dichiarazioni dei perdenti, o meglio, dei bocciati. Difficile trovare qualcuno che dica: “Ho perso. Mi tolgo di mezzo”. No. Ben che vada, i bocciati avviano una riflessione.
Sentite l’inconsistente Giuseppe Conte, del Movimento Cinque Stelle: “Prendiamo atto del risultato, sicuramente molto deludente. Potevamo fare meglio. La valutazione dei cittadini è insindacabile. Avvieremo una riflessione interna”.
Signor Conte. Se la valutazione dei cittadini è insindacabile e siete stati bocciati, non le sembra che l’unica valutazione interna possibile, e plausibile, sia quella di levarsi di torno?
E sentite l’egocentrico Matteo Renzi, leader Stati Uniti d’Europa: “Niente, è andata male. Purtroppo la lista Stati Uniti d’Europa è rimasta fuori per pochissimo dal Parlamento Europeo. Mi spiace molto e vorrei abbracciare i volontari che si sono spesi per questa idea: siete stati meravigliosi”.
Va bene signor Renzi, abbracci pure chi vuole. Ma siete stati bocciati. Quindi, dopo che ha finito di abbracciare tutti quanti, perché non toglie il disturbo?
E l’ampolloso Carlo Calenda? Ecco qua: per il leader di Italia Viva “sul risultato italiano pesa l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia”.
Traduzione: fallimento totale. Quindi, esimio signor Calenda, perché non si dedica ad altro? Magari a tenere puliti i parchi dei Parioli, dato che Lei viene da li?
Fa eccezione, a quanto vedo, Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della famiglia, che ha sostenuto la lista Libertà di Cateno De Luca. Eccolo: “Ho presentato le mie dimissioni con l’invito a convocare il congresso nazionale del Popolo della famiglia. Abbiamo partecipato al progetto di Libertà messo in campo da Cateno De Luca, con il nostro simbolo e i nostri candidati: siamo stati sconfitti, il risultato è stato ampiamente inferiore alle nostre aspettative e non sono abituato a far finta di niente, quindi mi assumo personalmente la piena responsabilità di questo esito. Mi resta solo una domanda: come fanno Calenda e Renzi dopo il loro disastro a non dimettersi anche loro?”.
Già. Come fanno?
Termino con quella che è sempre una bella notizia: Emma Bonino non ce l’ha fatta. Ne trarrà finalmente le conclusioni o sarà alle prese con l’ennesima valutazione interna? Trilussa non ha sbagliato: “Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma Ce dice che so’ cotti li spaghetti Semo tutti d’accordo ner programma”.
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