LA PREGHIERA PER DJ FABO... COME I RADICALI STRUMENTALIZZANO ANCHE LA FEDE...
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La notizia della preghiera per Dj Fabo in una chiesa milanese non poteva che essere strumentalizzata dai radicali. Come volevasi dimostrare Marco Cappato ha commentato l’annuncio fatto dalla fidanzata di pregare per Fabo. Nell’ormai nutrito carnet della causa eutanasica mancava giusto giusto la Chiesa da arruolare nella battaglia.
“Dieci anni fa la Chiesa chiuse le porte in faccia a Welby, oggi non è così”. A Cappato ha fatto eco Mina, la vedova di Piergiorgio Welby secondo la quale la preghiera per Fabo è segno di un cambiamento della Chiesa di fronte all’eutanasia merito di Papa Francesco… Grande assurdità!!
Le cose in realtà stanno diversamente e a guardarci dentro sono esattamente come erano dieci anni fa. Ma l’ingordigia dei Radicali, dopo aver arruolato media, politici e personaggi pubblici, doveva trovare uno sbocco per affermare l’idea che anche la Chiesa ormai ha cambiato idea. Su tutti i commenti troneggia quello saccente e impresentabile per stupidità, miseria umana e ignoranza teologico-pastorale del vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini. Pensando di poter insegnare ciò che non sa, ringrazia Papa Francesco per aver finalmente sdoganato una Chiesa che era chiusa, retrograda, nemica dell'uomo. S'impanca a dottore teologo nel classificare come «un gesto di straordinaria misericordia» quello che in realtà è quanto, ordinariamente, la Chiesa ha sempre fatto: cioè pregare per i defunti. Tutti! Ma non si può pretendere che Giannini conosca la storia della Chiesa. Però se la Chiesa viene così strumentlizzata sarà bene che qualcuno tra le gerarchie si ponga delle domande… (Galantino, Paglia e compagnia festante…)
E’ bene chiarire che anche nel caso di Fabo non si tratta di una messa di suffragio perché questa è stata non solo rifiutata da Fabo, ma non sarebbe mai stata permessa come appunto accadde a Welby dato che entrambi hanno deliberatamente e coscientemente posto fine alla loro vita, contraddicendo così il progetto creatore di Dio. In realtà quella per Fabo non è nient’altro che una preghiera, un modo per rivolgersi a Dio e, utilizzando le parole del portavoce della curia milanese Davide Milani “per partecipare al momento di prova di questa famiglia, come spesso succede per i nostri fedeli”. Cioè quello che la Chiesa fa da millenni: stare vicino con la pietà e la preghiera a chi soffre e non c’è dubbio che la famiglia di Fabo rientri tra questi. Solo Giannini non lo sa… Capito?
Dov’è dunque la novità? Non c’è, così come non ci sarebbe se un fedele volesse chiedere una preghiera per il tiranno più feroce della storia. Su questo la Chiesa è da sempre chiara: non si negano le preghiere a nessuno se a chiederle sono i famigliari o gli amici nel dolore.
E’ scorretto dunque, oltre che falso e scaltro, ma rientra nella consueta tecnica Radicale, presentare una preghiera come un’accettazione dell’eutanasia da parte della Chiesa; così come è scorretto e falso e scaltro accomunare il mancato funerale a Welby con “il saluto” a Fabo mascherato da messa di suffragio. Si tratta di due cose diverse. In questo caso si ha solo una preghiera, un atto di devozione. Ciò che Welby e la sua famiglia non non hanno mai chiesto e che probabilmente non gli sarebbe mai stato negato.
Ma è chiaro che il tentativo dell'imbecillità del movimento Radicale rientra in pieno nella strategia del film diretto da Cappato & co. Per arrivare ad una legge sull’eutanasia serve il consenso, tacito almeno, della Chiesa. Ecco che si utilizzano così tutte le armi per provocarlo o quanto meno per creare un atteggiamento che possa essere strumentalizzato a tal punto da sembrare un via libera. E’ questo che i Radicali adesso vogliono e la preghiera per Fabo, fortemente propagandata su Facebook con tanto di locandina, rientra nel piano.
Al di là delle intenzioni della mamma di Fabo e dei famigliari o di chi lo ha conosciuto bene, per i quali la preghiera rappresenta un sincero e sofferto atto di fede, in quanti invece parteciperanno all’evento in chiave prettamente politica, per segnare il territorio sacro nella speranza di aver messo una bandierina anche lì? In molti e tra questi ci sono sicuramente i Radicali, che facendo sfoggio del loro ottuso e stupido anticlericalismo, non saranno certo in chiesa per chiedere a Dio di accogliere Fabo tra le sue braccia.
La curia di Milano ha sicuramente pensato alle ricadute politiche di quell'evento e avrà le sue ragioni. Ma che ci sia una strumentalizzazione di ciò che dovrebbe restare nel recinto del sacro è indubbio ed è bene che qualcuno si interroghi sulla facilità con la quale si lasciano aperti degli spiragli che possono portare poi a interpretazioni diametralmente opposte alle intenzioni iniziali.
Questo però porta ad un’ulteriore riflessione: nelle sue disposizioni Fabo aveva rifiutato il funerale religioso, ma non aveva rifiutato che una volta morto si sarebbe potuto pregare per lui. E’ questo quanto ha detto anche Vincent Nagle, l’unico prete ad aver avuto contatti con il dj prima della morte.
Lo stesso Vincent non si era detto contrario ad una messa di suffragio per lui. Ma ciò che poteva diventare sensato e giusto, soprattutto per il bene della sua anima, è stato a sua volta rifiutato dai famigliari con la motivazione che Fabo avrebbe preferito così. Non ci sono soluzioni à la carte: pregare per l’anima di un defunto, la Chiesa lo traduce da sempre con una messa di suffragio affinché il Signore accolga quell'anima tra le sue braccia e la perdoni dei suoi errori. Rifiutato questo, si è imposta così un’autodeterminazione anche nella disciplina del suffragio, ridotto così a semplice ricordo.
Questa distinzione tra la preghiera e la messa di suffragio a molti, sicuramente a Massimo Giannini, potrà sembrare una questione di “lana caprina”, in realtà rappresenta un punto determinante. Perché la preghiera è pur sempre un atto soggettivo, mentre la messa è un’azione oggettiva, sacramentale. E’ lo strumento messo a disposizione da Cristo stesso per offrire a Dio le nostre pene e ottenere da lui le grazie.
Acconsentire ad una mera cerimonia di preghiera di ricordo e rifiutare a Fabo una messa di suffragio, i cui benefici sono inestimabili per la salvezza delle anime, risulta così il solito pasticcio all'italiana. Una soluzione di compromesso che tende ad accontentare tutti: la curia che preserva così il diritto canonico, ma non si fa impallinare da Repubblica, i pasdaran dell’eutanasia e la famiglia che pensa così di aver rispettato le volontà del defunto. Ma non fa il bene precipuo dell’anima per la quale si dovrebbe fare tutto questo e che di quel sacrificio invece avrebbe bisogno, come tutti noi, del resto. E’ una verità che la Chiesa insegna. O almeno insegnava.
Ma è bene riflettere sul fatto che il rifiuto della messa è già di per se stesso un atto di ostilità a Dio, una grave offesa alla sua signoria. Pertanto a me pare contraddittorio e per certi versi incomprensibile, il limitarsi ad una semplice preghiera, per accontentare tutti, dopo che si è convintamente rifiutato l’aiuto di Dio.
Come si può pregare dopo che si è rifiutato tutto questo? E chiudiamola qui per questo caso pietoso... Capito?