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IL PRESEPE, EDUARDO E LA FELICITA'




Un Presepe grande come il mondo, sul quale (Lucariello) scorge il brulichio festoso di uomini veri, ma piccoli piccoli, che si danno un da fare incredibile per giungere in fretta alla capanna, dove un vero asinello e una vera mucca, piccoli anch’essi come gli uomini, stanno riscaldando con i loro fiati un Gesù Bambino grande grande che palpita e piange, come piangerebbe un qualunque neonato piccolo piccolo…”

Eduardo De Filippo (Natale in casa Cupiello)


L'altra sera mi è "capitato" di vedere "Natale in casa Cupiello". Non me lo so spiegare. Da quando dopo lo scorso aprile sono stato a Napoli per la prima volta, mi ha preso il fascino di questa meravigliosa città e tutto quello che le appartiene... Partenope, credetemi, è bella!


Ritorniamo a quanto il "Natale in casa Cupiello" ha suscitato in me.


Eduardo De Filipppo, nonostante ateo, sembra indirizzare anche noi in quella grotta per farci scoprire l’essenzialità della vita, per farci riappropriare della bellezza che si nasconde nelle cose semplici, ma soprattutto per farci sentire il calore di una famiglia che, malgrado le difficoltà, si appresta al futuro.


Il presepe, pur rimanendo fondamentalmente un fatto religioso, avvicina anche chi non crede, lo incuriosisce, lo meraviglia, lo commuove. Perché in quell’anfratto, anche in questo tempo che noi ci ostiniamo a considerare moderno, ognuno può vedere una storia attuale, cose che accadono sotto i nostri occhi, a volte nella indifferenza più totale.

E allora in quella grotta potremmo vedere: chi non riesce ad andare avanti attanagliato dalla crisi economica, chi stanco della vita si affida all’alcool o alla droga, chi è malato e non ha neanche la possibilità di curarsi, chi vende il suo corpo per necessità, chi vorrebbe difenderlo ed invece gli viene usurpato.


Chi di noi, non assocerebbe quella “Famiglia” alle tante delle nostre che cercano sicurezza? E come non vedervi quella moltitudine di persone “sfrattate” dalle loro case da terre che continuano a tremare e a distruggere storia e storie?


Forse per questo davanti ad un presepe ci sentiamo tutti uguali, ma “…uomini veri, piccoli piccoli…” pronti a portare un regalo e tanto amore a chi, in quella grotta può contare solo sul fiato di “…un vero asino e una vera mucca…”.


Il presepe non divide, ma avvicina, quindi, mettendo da parte le strumentalizzazioni, godiamoci i nostri presepi senza avere la sensazione o la paura di far torto a qualcuno...

In quella grotta, in fondo, c’è un Bambino grande grande che si è fatto piccolo per noi; questo dovrebbe farci riflettere ed invitarci ad essere “…uomini veri ma piccoli piccoli…” che hanno un gran bisogno l’uno dell’altro per diventare un po’ più “grandi”.

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