L'IMPORTANTE E' DIVERTIRSI...
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Bhè dai, adesso non possiamo più dire che il sindaco Raggi non ha fatto ancora niente per la Capitale, da ieri si può affermare che il primo cittadino pentastellato ha celebrato in Campidoglio la prima unione civile omosessuale nel comune di Roma ai sensi della Legge Cirinnà.
Aveva ragione Trilussa: "Spesso una cosa stupida si regge, perché viene approvata dalla Legge!".
Appena vista la foto, non sapendo ancora di cosa si trattasse, ho pensato subito al bellissimo carnevale romano... Ma avevo torto: si trattava invece di "matrimonio"... Gli “sposi” indossavano un cilindro viola uguale, camicie con jabot e sneakers. Deve essere stato questo look stravagante dei due uomini a ispirare il discorso della bambolina imbambolata sindaca che ha augurato «una unione lunga e divertente». D’altra parte l’auspicio di generare figli maschi va ancora incontro a problemi di natura biologica. Questa unione «potrebbe avere qualche scossone», ha proseguito Raggi, «ma vi auguro di superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti. Questa è la sfida che vi accingete a intraprendere, andate avanti a testa alta con forza e divertitevi, il segreto è divertirsi.
Vi auguro una vita intensa».
Insomma, il segreto di una relazione stabile e duratura secondo il sindaco di Roma è divertirsi; forse la giovane Virginia alludeva alla mancanza dell’obbligo di fedeltà come previsto dalla legge che regolamenta le unioni civili. Eppure la Raggi senza troppi giri di parole ha spiegato che si tratta di «un momento importante, una grande emozione», perché «nasce una nuova coppia e una famiglia». Quindi, con buona pace di Alfano e di tutti quelli che per mesi hanno sostenuto il contrario, il primo cittadino della capitale d’Italia ha voluto sottolineare che si è trattato di un matrimonio in tutto e per tutto che va a formare una nuova famiglia.
Concetto ribadito alla stampa presente in piazza del Campidoglio anche da Raffaele e Luca novelli "sposi" giulivi: «Questa legge ci rende tutti uguali. Abbiamo messo nero su bianco, ora siamo una famiglia». Nessun commento, ovviamente, dal Viminale dopo che Alfano ha passato tutta l’estate a raccomandare i Comuni che non si sarebbe dovuto parlare di celebrazioni e rivendicando il risultato ottenuto grazie alla sua mediazione che non esisterebbe alcuna similitudine col matrimonio.
Bisognerebbe poi aprire un capitolo a parte sul fatto che Roma sia una delle poche città in Italia che ha già allestito il registro per le Unioni Civili. La premura di essere uno dei primi Comuni che alza bandiera arcobaleno, fa da contraltare ad un città ancora in balia del degrado. E non importa se dopo tre mesi dalle elezioni comunali manca l’assestamento di bilancio necessario (e promesso entro settembre) per recuperare 70 milioni di euro, mancano le cruciali nomine alle società partecipate che attendono una qualche gestione prima di trascinare tutta Roma al ribasso; non importa se, nonostante le solite promesse politiche, proseguono gli sgomberi dei cittadini italiani dalle proprie case, in città non si capisce chi comandi fra direttorio, neo-sciolto mini-direttorio e chissà chi altro... Ma come dare torto a Virginia? L’importante è divertirsi. Questa è la priorità della Raggi. Capito?