LA BUAGIA ANCHE SE D
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«Siamo rimasti l’unico Paese dei 28 (dell’Unione Europea) senza una disciplina sulle unioni civili», dice Renzi aggiungendo poi che a questo occorre al più presto porre rimedio.
La stessa cosa è stata poi perentoriamente ribadita da diversi esponenti della maggioranza di governo, dal ministro Martina e ancora ieri dalla presidente della Camera Boldrini (che con tutte le sue fesserie ci sta facendo rimpiangere Fini, il che è tutto un programma...).
E’ una diplomatica e furba bugia, le cose non stanno affatto così.
Nell’Unione Europea il matrimonio omosessuale è in vigore in 11 Stati membri, e l’unione civile in altri quattro. Gli Stati dove invece non solo non esiste ma nemmeno è in discussione sono 12.
Tra questi la Slovenia dove nello scorso dicembre 2015 un referendum popolare cancellò con una maggioranza del 63% dei votanti la legge che l’aveva introdotto pochi mesi prima.
In Italia la gay parade è in corso.
Mi chiedo se Renzi sia male informato o in mala fede.
Siccome però non si può credere che un politico “brillante” come lui sia tanto sprovveduto c’è da temere che valga piuttosto la seconda delle due ipotesi.
Considerando poi quanto la questione del matrimonio omosessuale e delle unioni civili non è la priorità nel nostro Paese rispetto a ben altri problemi decisamente più importanti e seri (problema economico, il lavoro, la famiglia ecc…), mi chiedo se l’insistenza con cui Renzi si impegna a introdurre a tutti i costi nel nostro ordinamento un’unione civile (che in effetti è un matrimonio omosessuale mascherato) non sia piuttosto dovuta a pressioni esterne tanto forti da risultargli irresistibili.
La distruzione del carattere specifico della famiglia, ovvero il suo declassamento a semplice contratto di diritto civile, per i grandi poteri cui conviene la società “liquida” è un obiettivo-chiave. D’altra parte non si tratta di un segreto: basta andarsi a leggere qualche pagina degli scritti dei teorici di questo genere di società (vedi Baumann) per rendersene conto.
In questa prospettiva per il grande schieramento internazionale perciò mobilitato a favore della parificazione ex lege fra matrimonio secondo natura e convivenze omosessuali, riuscire a ottenere che nel diritto italiano entri una qualche forma di istituzionalizzazione di tali convivenze sarebbe un fatto di enorme importanza.
Il matrimonio omosessuale lo si trova soltanto in meno di 20 degli oltre 200 Stati membri dell’Onu, e non ha “sfondato” nemmeno in Europa. Qui, considerando anche i Paesi che non fanno parte dell’Ue, risulta oggi in vigore in 13 Stati, cioè nei cinque Paesi nordici, e in Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia, Spagna e Portogallo, mentre in altri sei (Svizzera, Germania, Austria, Ungheria e Croazia) vige l’unione civile.
Niente del genere esiste e nemmeno viene invece prospettato in Russia e nell’intera Europa orientale mentre in Italia, come si dicevo, il dibattito è in corso.
Nel resto del mondo la situazione è questa: non si ritrova il matrimonio omosessuale in nessu Paese dell’Asia mentre nei restanti continenti i Paesi dove c’è sono in tutto soltanto otto: in Africa il Sudafrica; nelle Americhe il Canada, gli Stati Uniti (a Washington e in 37 Stati membri su 50), il Messico (in 5 Stati membri su 31) il Brasile, l’Uruguay e l’Argentina; nell’Oceania la Nuova Zelanda.
Altro che l’Italia è l’ultimo Paese dove non c’è ancora il matrimonio con le persone dello stesso sesso! Presidente Renzi e Boldrini, la buagia anche se la volete fare passare di moda, rimane sempre bugia! Capito?
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