E ADESSO?
- Pascal
- 16 nov 2015
- Tempo di lettura: 4 min

“Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”. (Manuele II Paleologo, Dialoghi con un persiano, ed. Rubattino)
Si esprimeva così l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo, nell’inverno del 1391 presso Ankara, rivolgendosi ad un colto persiano su Cristianesimo e islam, e sulla verità di ambedue.
Mentre sento i Tg rileggo con attenzione la Lectio Magistralis di Ratisbona di Benedetto XVI del 2006, la tv in sottofondo…
Ancora sangue, ancora orrore, ancora morte. E poi ancora rabbia, ancora paura, ancora incredulità. La Francia è di nuovo colpita al cuore, l’Europa è di nuovo colpita, al grido disumano “allah akbar”. Le tenebre islamiche hanno squarciato ancora una volta la nostra “serenità”. Ma adesso anche la mia Italia è in lutto perché ha una vittima: forse la prima di una lunga serie: Valeria Solesin! Io non sono francese! Io non sono Charlie! Io sono italiano e connazionale di Valeria!
Ancora sangue, ancora orrore, ancora morte. E poi ancora rabbia, ancora paura, ancora incredulità. E adesso? Come tante altre volte sopportare ancora sentimentalismo, ancora retorica politically-correct, ancora discorsi ideologici intitolati: “questo non è l’islam, l’islam è pace”? Probabilmente sì. Probabilmente no.
Perché questo? Perché abbiamo perso l’abitudine di prendere e di pretendere gli strumenti per giudicare la realtà, abbiamo cioè sottomesso la ragione all’insopportabile giogo del sentimentalismo.
Dovremmo invece chiederci una cosa: “Siamo sicuri che questo non sia l’Islam?”, e avere il coraggio di giudicare l’ideologia islamica, senza però farci trascinare nell’inutile e sbagliata semplificazione di voler giudicare i musulmani. La persona si salva sempre, certamente, ci sono tanti musulmani buoni, certamente! chi lo nega? e a chi interessa? Ma verso le ideologie no, si ragiona in modo diverso, un’ideologia si studia, si cerca di capire che uomo mira a costruire, che umanità tende a modellare.
E per conoscere l’ideologia islamica occorre leggere la costituzione dell’uomo islamico, che si chiama: Corano, il testo divino dettato dall’arcangelo Gabriele ad un certo Maometto. Io l’ho letto. Un testo estremamente ambiguo: pieno di norme, di regole, di imperativi, nel quale possiamo leggere fin troppe volte l’ordine di fare agli “infedeli” più o meno ciò che ieri sera “i fedeli” hanno fatto a Parigi. Si tratta in fondo del modus operandi con il quale questi fedeli di Maometto, e Maometto stesso, hanno diffuso l’Islam in mezzo mondo: la spada e la violenza.
Con quale criterio allora possiamo affermare che “non esiste alcun cordone ombelicale che unisce il Corano ai fatti dell’altra sera”?… il costante ritornello dei maîtres à penser sui media, in questi giorni è che non bisogna confondere l’islam buono con l’islam cattivo…
Nessuno ha il coraggio di dire che un legame tra terrorismo e Islam esiste, (eccome!) e che la prova sta non solo nella ferocia delle prescrizioni coraniche, del jihad (e del profeta coranico), etc., ma proprio nel fatto che in tutti i paesi a maggioranza islamica del mondo i non musulmani sono umiliati, perseguitati e discriminati proprio in nome del Corano! Tutti i giorni.
Certo, dai noi succede più raramente… Intanto l’altra sera è successo, di nuovo. E succederà di nuovo, e ho paura anche da noi!
Esiste poi, da ormai due anni, in Medio Oriente uno Stato che ha raggiunto più o meno la superficie della Germania e che si chiama Stato Islamico, dove si uccidono quotidianamente uomini innocenti, dove si distrugge un patrimonio artistico che appartiene a tutta l’umanità, dove si consumano quotidianamente orrori che farebbero impallidire la Germania di Hitler, in nome di un testo religioso/ideologico/normativo.
Ormai è inutile aspettare una presa di posizione, o un intervento dal mondo arabo “moderato”, perché non arriverà. Il mondo musulmano “moderato” ci ha dimostrato, con l’assordante silenzio delle sue istituzioni, con l’imbarazzante ambiguità dei suoi teologi e dei suoi governi, nient’altro che la sua non esistenza. Nessuno stato musulmano muoverà un dito contro la furia islamista, nessuno stato musulmano conoscerà mai libertà religiosa per i non musulmani.
Cosa aspetta allora l’occidente a intervenire per distruggere l’Isis, ad esempio…?
Cosa aspettano i nostri governi a pretendere dai governi dei paesi islamici (con i quali gli intrecci economici e finanziari sono all’ordine del giorno, Hollande era in Arabia Saudita dieci giorni fa), una cosa chiamata Reciprocità. Moschee in Europa? E allora chiese e sinagoghe da loro! Rispetto assoluto dei precetti islamici a casa loro? e allora rispetto per le nostre tradizioni, per i nostri Simboli e per la nostra Arte (è bene ricordarlo in questi giorni) in casa nostra! Presepe, alberi di Natale e luminarie!
Troppo facile, troppa retorica… nel battersi il petto oggi dicendo: siamo tutti Francesi, siamo tutti Charlie, quando poi, una volta passata la commozione, siamo disposti a calpestare proprio quel patrimonio culturale e tradizionale (o a dare del fascista a chi in quel patrimonio crede ancora) che ci rende Francesi, Italiani, Europei etc… per il puro compiacimento di un’ideologia sinistroide, multiculturalista, buonista e autoreferenziale… è intollerabile, e i nostri politici sono complici in modo osceno in tutto ciò.
Io non sono francese! Io non sono Charlie! Sono italiano! Sono connazionale di Valeria: lo ripeto!
Quando lo capiremo?
Quante altre notti di sangue, di orrore, di morte? Al grido disumano di “allah akbar”.
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