LA MASCHERATA DEL "V-DAY"
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Stiamo assistendo in queste ore organizzato dal Governo giallo fuxia – alimentata da media mainstream che è un eufemismo definire servili – ha ad una imponente macchina propagandistica intorno all'arrivo in Italia delle prime dosi di vaccino, culminante nella narrazione devota del viaggio in toni di misticismo estatico come una sorta di epifania, o come la processione di un'icona sacra, nel “V day” organizzato in pompa magna per le prime somministrazioni dell'antidoto.
A questa “liturgia” si affianca un altro tipo di processione: quella di ministri ed “esperti” del Comitato tecnico-scientifico che in coro unanime magnificano l'arrivo di quelle poche fiale – non sufficienti nemmeno per immunizzare gli infermieri degli ospedali di una sola regione – come la svolta decisiva, il “sole che sorge dopo le tenebre”, e via con altre simili immagini dall'effetto piuttosto comico se rapportate all'entità del fatto.
Il “culto” associato ai vaccini si inserisce pienamente, portandola alle estreme conseguenze, all'interno della retorica para-religiosa dispiegata a piene mani in questi mesi dall'establishment politico-mediatico del nostro Paese, favorita dalla psicosi diffusa in una società privata della dimensione del sacro. Ma ha in questo caso anche uno scopo molto più specifico e pratico: gettare fumo negli occhi, confondere le acque sull'autentica situazione nella quale versa attualmente la “risposta nazionale” al Covid. Enfatizzando a dismisura l'esordio poco più che simbolico delle vaccinazioni il governo cerca, infatti, chiaramente di distogliere l'attenzione da una realtà molto più amara: il fatto che prima della fine di marzo non si avrà in Italia un numero di dosi sufficienti a vaccinare i cittadini più a rischio, gli operatori sanitari e quelli di altri servizi essenziali; e che per arrivare ad una copertura maggiore di cittadini si dovrà aspettare addirittura fino all'autunno del 2021.
Tale realtà è in flagrante contraddizione non soltanto con l'enfasi salvifica di questi giorni sull'arrivo dell'antidoto, ma anche con la reiterata insistenza, al limite della minaccia, di ministri e componenti del Cts sulla necessità di vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione, e sulle possibilità addirittura di un obbligo di legge o di forti condizionamenti qualora ciò non avvenisse per scelta volontaria.
A parte il fatto che la prima fornitura all'Italia è stata, come si sa, di sole 9.750 dosi, contro le 150.000 della Germania e quelle molto maggiori di altri paesi europei in relazione alla popolazione, il ministro di sinistra dallo sguardo sinistro e da gatto della Salute Roberto Speranza ha detto che la Pfizer dovrebbe inviare all'Italia 470.000 dosi alla settimana: il che significa che per fine gennaio saranno arrivate meno di 2.500.000 dosi, e per fine marzo circa 7.000.000. A cui si dovrebbero aggiungere entro fine marzo 1,3 milioni di dosi del vaccino di Moderna, per un totale di 8 milioni e mezzo. Quindi per fine marzo, se tutto andrà come previsto, si potranno al massimo vaccinare 4 milioni di persone su 60: un numero molto al di sotto anche solo della quota di operatori e fasce di cittadini più a rischio, che è intorno ai 10 milioni di persone. Capito?
Una tabella di marcia a dir poco sinistra e sconfortante, tipico di questo Governo di sinistra, che non a caso si accoppia - a dispetto di tutta la retorica sulla “rinascita” e sul “nuovo giorno” - all'altrettanto sconfortante affermazione, da parte del suddetto ministro e del premier-massone Conte, che almeno per tutto l'inverno e la primavera saranno ancora necessarie misure restrittive e distanziamento sociale: peraltro suffragata dalla già dichiarata intenzione, da parte del governo, di prolungare per l'ennesima volta almeno fino a marzo lo stato d'emergenza. E che trova riscontri anche, sia pure non in misura così eclatante, negli altri paesi dell'Unione europea: se si pensa che anche in Germania, nonostante la partecipazione tedesca alla produzione del vaccino Pfizer/Biontech, il governo prevede di non riuscire ad immunizzare tutta la popolazione prima dell'estate. Tutto ciò mentre in molti paesi extra-Ue la campagna vaccinale è cominciata da un po e sta procedendo a pieno ritmo. Ad oggi, infatti, 3,3 milioni di persone sono state vaccinate nel mondo: negli Stati Uniti e nella impunita Cina già più di un milione, nel ormai libero Regno Unito 800.000, in Israele 250.000.
A cosa è dovuto questo forte ritardo europeo? Al fatto che l'Unione nel corso dell'estate e fino ai primi dell'autunno ha perso tempo prezioso per trovare un compromesso tra gli interessi dei paesi più forti sulle “cordate” dei vaccini.
La politica dell'Unione in materia, insomma, si è rivelata un pasticcio clamoroso, che avrà riflessi sociali ed economici enormi: in particolare, essa ritarderà notevolmente la ripresa economica del continente rispetto alle economie leader del mondo e ad altre aree geopolitiche. Se poi si considera che nel treno dell'Ue l'Italia è uno dei vagoni di coda, e raccoglie le briciole degli altri, ecco spiegato lo stallo clamoroso in cui oggi il paese si trova rispetto ai vaccini, che contrasta in modo stridente e quasi comico con la retorica trionfalistica somministrataci in queste ore.
A questo quadro già inquietante si aggiunge, infine, il fatto che questo govenro incompetente giallo-fuxia e le sue emanazioni “tecniche”, nella loro insistenza monomaniaca sui presunti effetti risolutivi del vaccino, hanno finora completamente trascurato in maniera inspiegabile tutte le soluzioni terapeutiche e farmacologiche alternative o almeno complementari a quest'ultimo. Come si evince dalle linee guida del ministero per l'assistenza domiciliare dei malati, che ancora incredibilmente sconsigliano l'uso di antivirali e antinfiammatori per prescrivere soltanto l'uso del paracetamolo. E come si evince soprattutto dal ripetuto rifiuto da parte dell'Aifa di autorizzare la sperimentazione degli anticorpi monoclonali, oggi ufficialmente cominciata in Gran Bretagna, e su cui ancora l'Agenzia italiana esita: con il probabile risultato che l'Italia non si potrà giovare di queste cure altamente efficaci quando esse, alla fine di marzo, diverranno disponibili in via ordinaria.
Potremmo dire, in conclusione, che l'Italia ha investito tutta la posta su un cavallo zoppo, dipingendolo ostinatamente come un campione emulo di Varenne. Una scelta così evidentemente autolesionista da far sospettare anche i meno complottisti che essa non sia del tutto involontaria, ma che vi sia dietro di essa un calcolo di assai corto respiro, il solito: tenere in piedi il più possibile una situazione di emergenza grazie alla quale continuare a invocare un regime di emergenza, tenere artificialmente in piedi questo esecutivo contro natura e impedire lo scioglimento delle Camere fino al semestre bianco. Capito?
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