ALLA CARNEVALATA DEL PRIDE L'ATTACCO AI CATTOLICI!
![](https://static.wixstatic.com/media/b3cb2e_84ace788aec0402e97a7a43c8e597d96~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_379,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/b3cb2e_84ace788aec0402e97a7a43c8e597d96~mv2.jpg)
Cari Amici e Nemici normo-ragionanti,
ovviamente l’argomento che tratto questa volta non dico che mi faccia venire l’orticaria, ma ne sono vicino, se non avessi assunto dei buoni antibiotici... In una foto che mi è venuta sotto mano ritrae Enrico Berlinguer che arringa gli operai di Mirafiori a Torino nei tempi che furono, vedere invece Melly Kelly (alias Elly Schlein) che balla scatenata sul carro della carnevalata pride di Roma dovrebbe far riflettere chi ancora da quelle parti ha un minimo di dignità e ancora qualche neurone nel cervello.
L’immagine della “leader” Pd non è soltanto folclore, ma la prova che il Partito Democratico (Partito Depressi) ha deciso di lasciare al loro destino operai e povera gente per schierarsi con le false vittime coccolate dalle elites plutocratiche mondiali perché funzionali al cambio di una mentalità e dei suoi costumi: quella lobby gay che continua a parlare di discriminazioni per potersi giustificare agli occhi della società, ma che in realtà è l’unica vera discriminatrice.
Anzitutto della Chiesa e dei cattolici. Alla carnevalata di Roma, gli attacchi alla Chiesa non sono stati certo risparmiati. A offrire il destro, per la verità, è stata la nota frase di Bergoglio sulla «frociaggine in giro» che è diventato il leitmotiv degli striscioni che hanno sfilato con lo striscione di +Europa libera frociaggine in libero stato.
La frociaggine è stata richiamata con orgoglio – e non poteva essere diversamente -, così come non sono mancate le bestemmie, come quella alla Madonna di Pompei -, perché l’obiettivo principale alla fine sono sempre loro: i cattolici, con la loro visione “oscurantista” del mondo. Prova ne è il fatto che, arrivati davanti alla sede di Pro Vita & Famiglia il corteo pagliaccesco è esploso in un forte vaff****lo indirizzato a Jacopo Coghe e compagni definiti «fascisti e omofobi tornate nelle fogne».
Lo squallore di corpi nudi e provocanti, (il primo pride l’ho visto personalmente a Roma nell’anno 2000, e non lo nascondo, a me non fa schifo niente, ma sono stato compiaciuto, nel vedere la reazione dei romani...lascio a Voi immaginare) di ammiccamenti e rapporti orali e anali, la presenza dei soliti bambini utilizzati come scudi umani per un’ideologia satanica e satanista, e poi le battutacce da postribolo a sfondo sessuale per colpire il sentimento di fede di un popolo sono l’ingrediente che fa del pride non solo una carnevalata di pessimo gusto, ma un’arma politica in mano al Partito Democratico (Partito Depressi) per segnare la sua agenda e il suo orizzonte culturale d’azione.
Un orizzonte che ha perso di vista i veri problemi per concentrarsi sulla falsa discriminazione delle false vittime Lgbt, mai così ascoltate e coccolate dai vertici del partito. Con Melly Kelly (Elly Schlein) sul carro c’era anche mezzo stato maggiore Dem, da Marta Bonafoni al sindaco inconsistente di Roma Gualtieri (che per salire sui carri di carnevale ha tempo per andare in giro a vedere com’è ridotta Roma invece non l’ha), da Alessandro Zan – il quale è noto nel suo ruolo di promotore di eventi gai è il primo a guadagnare anche economicamente da certi raduni - all’immancabile e inutile Laura Boldrini.
Anzi, si può dire ormai che la cosiddetta lobby gay è un tutt’uno dentro il Partito Democratico, ne definisce le linee guida, ne ispira i valori e ne condiziona alla fine l’esito. Non c’è dubbio, infatti, che se da un lato per un certo tipo di “pubblico”, vedere Melly Kelly (Elly Schlein) ballare scatenata assieme ad Annalisa – madrina dell’evento, ennesimo caso di talento artistico asservito alla realizzazione di un’agenda ideologica – può strappare qualche sorriso, alla prova dei fatti, emerge anche per un elettore medio Dem tutta la pochezza culturale e il livore ideologico di una proposta che per il partito democratico si fa dominante.
La cosa potrebbe anche creare qualche pensiero a quella anima cattolica del Pd se solo ancora ci fosse un’anima cattolica nel Pd, eternamente in corto circuito nell’impossibile conciliazione delle istanze cristiane riformatrici con la deriva radicale di massa a trazione marxista. Anche nella carnevalata di Roma 2024 nessuno di quell’anima cattolica dentro il partito ha fatto notare alla Melly Kelly la contraddizione di definirsi per le libertà e poi sostenere da protagonista un evento che si fonda sullo sberleffo alla Chiesa e ai cattolici, che esalta la causa palestinese discriminando gli ebrei e che sposa le istanze violente della causa gay, sempre più violente, sempre più prepotenti, come vecchie zitelle inacidite dal tempo che passa.
Vero è che se i cattolici dentro il Pd sono come il neoeletto eurodeputato Marco Tarquinio che dopo 14 anni di direzione del quotidiano dei vescovi svela il vero volto del pensiero cattolico di sinistra, come ad esempio nel caso dell’aborto al G7, il punto semmai è constatare che di cattolico nel Pd non c’è rimasto più nulla, fagocitato dal pensiero radicale marxista che rivive cantando Bella ciao sul carro del Pride di Roma. Finirà che anche i fu cattolici Dem, magari già il prossimo anno, sicuramente insieme a qualche vescovo, se non addirittura a Bergoglio, andranno a fare compagnia a Melly Kelly sul carro della frociaggine, anche perché sarà l’ultima battaglia che sarà rimasta loro. Va bene così: proseguite a farvi del male da soli!
Comments