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UNA RELIGIONE CIVILE STORPIA!



Cari Amici, il 25 aprile 2020 passerà alla storia come essere stato celebrato in un momento di divieto. Nelle piazze e nelle sale comunali si riuniscono almeno una quindicina di persone, ovviamente a debita distanza, con guanti e mascherina, ma quella stessa quindicina di persone non poteva stare a Messa, pur tenendo anche qui le debite distanze e le debite precauzioni. E’ stato straziante vedere i militari, salire sull’altare senza rispetto, e interrompere un povero sacerdote, che celebrava l’Eucaristia.

Due contrapposizioni: il pieno delle celebrazioni in comune e il vuoto nelle chiese: la religione civile sostituisce la religione cristiana.


In tutta Italia si fanno celebrazioni solo virtuali della Festa della liberazione, ma in molti altri rimangono le celebrazioni reali. E vuoi che tra sindaco, qualche assessore, il presidente del Consiglio comunale, i rappresentanti delle associazioni partigiane, qualche giornalista e qualche operatore TV non si raggiungano le 15 persone?

Anche trascurando i programmi con la presenza fisica, ugualmente emerge con grande evidenza l’intento ‘liturgico’ del 25 aprile 2020, che stride decisamente con il ridimensionamento delle celebrazioni religiose: discorsi, percorsi virtuali, testimonianze, gonfaloni e l’intonazione del canto squallido e irritante di “Bella ciao!”, l’inno nazionale della sinistra ideologica e becera, quello stesso che veniva cantato sui balconi, da gente che sicuramente manco sa il valore della storia... come inno di lotta contro il nuovo nemico, paragonato al nazifascismo (nazifascismo che però all’inizio della pandemia costoro attribuivano a chi voleva chiudere le porte alla Cina per proteggerci dal contagio).

Quella del 25 aprile è sempre stata una religione civile e quest’anno sembra esserlo ancora di più: con le Chiese chiuse e i fedeli che seguono la Messa in salotto, lo spazio pubblico (anche se in parte virtuale) è tutto per quella festa: il giorno del Signore sparisce. Non ci sono concorrenti. Negli anni scorsi il sindaco sulla pedana in piazza pontificava di uguaglianza, giustizia e democrazia, ma c’erano anche i fedeli che entravano e uscivano dalla chiesa parrocchiale.

Quest’anno il 25 aprile è a senso unico: l’unica liturgia religiosa pubblica rimasta.


La religione civile è un surrogato della religione cristiana creato dal potere politico per riempire lo spazio vuoto lasciato dalla lotta che lo stesso potere politico fa alla religione cristiana: come fare una buca e poi riempirla di qualcos’altro che assomigli ma non sia.

Il potere sa bene che i cittadini hanno bisogno di credere di essere uniti da qualcosa di più del potere. Ha bisogno che i cittadini “credano” e siano “uomini di fede”, perché nessuno accetterebbe di essere sottomesso al potere solo per essere sottomesso al potere.

Il potere è capace di imporsi ma non di giustificarsi.


La storia è lunga: illuministi, positivisti e massoni volevano una “religione dell’umanità”; anarchici, socialisti e comunisti hanno avuto i loro dogmi, i loro martiri e i loro paradisi; durante la dittatura comunista in Russia nelle case dei contadini c’era l’immagine di Stalin con il moccolotto acceso; lo Stato italiano appena costituito volle creare la religione civile materialista ed atea di Ardigò e di Carducci e nel Ventennio si insegnava nelle scuole “mistica fascista”.

C’è il 25 aprile della storia, della guerra civile, delle violenze, comprese quelle che hanno prodotto il “sangue dei vinti”, della pietas cristiana… il 25 aprile ancora sconosciuto e tenuto alla larga dalle scuole, il 25 aprile della vulgata ufficiale che gli storici subito accusati di revisionismo in fondo non sono mai riusciti a far emergere nella coscienza nazionale, oltre i libri e i convegni.

Filosoficamente credo che spetti ad Augusto Del Noce il merito di aver chiarito l’ideologia del 25 aprile, da lui denominata ideologia della resistenza. Fu una geniale invenzione del Partito Comunista Italiano per accreditare se stesso come democratico, quando ancora era legato a filo doppio con il Cominform. Ideologia che regge tuttora, quando il Partito Comunista è diventato Partito Democratico, cambiandosi la casacca del comunismo con quella della società radicale, post-naturale e irreligiosa. Il lupo cambia il pelo ma non il vizio! L’ideologia della resistenza è un’ideologia di parte, che la cultura del comunismo italiano è riuscita a far diventare nazionale.


25 aprile 2020! Il vuoto delle chiese passa la mano alla religione civile non nuova della resistenza. In questo modo però ne rivela anche la pretesa eccessiva: una religione civile che non può essere di tutti è una religione civile storpia. Capito?


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