LA GRETINA FA TENDENZA
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Premetto: non dico che alcune attività umane non siano pulite sul fronte dell’inquinamento. Ma non nella misura che i catastrofisti vorrebbero farci intendere. È doveroso e sacrosanto studiare e produrre motori meno inquinanti, sviluppare energie pulite, ridurre l’uso delle auto private, intervenire sul versante delle costruzioni e della stessa agricoltura per avere prodotti meno impattanti. Non nella presunzione di salvare il pianeta, perchè questo non dipende da noi, ma per rendere più vivibili le nostre città e tutelare meglio la salute dei cittadini.
Detto questo entro nel merito.
“Tutti gli studenti sono invitati a partecipare allo sciopero ecologista di venerdi 27 settembre (2019) sul tema dei cambiamenti climatici. L’assenza per la partecipazione alla manifestazione non incida sul numero massimo delle assenze consentite.”
È questo il testo della direttiva emanata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, un vero e proprio invito ai dirigenti scolastici delle scuole statali e paritarie (!!!) di ogni ordine e grado.
Veramente una novità rivoluzionaria quella di uno sciopero su ordine dell’autorità, anche se per ovvie ridicole e false opportunità l’espressione sciopero generale è sostituita dal termine inglese Global Strike, sperando che non tutti la comprendano. Ma il senso è chiarissimo, la dittatura culturale del politicamente corretto fa un ulteriore salto in avanti, raggiunge gli strati giovanili e dimostra chiaramente, dove ce ne fosse bisogno, che le iniziative della piccola Gretina Thunberg niente hanno di spontaneo ma sono il frutto di un progetto globale ben studiato, architettato, realizzato.
A che scopo? L’obiettivo è chiarissimo, e ‘abbastanza’ ambizioso: salvare il pianeta, destinato a sicura estinzione se non si prendono provvedimenti. E dopo aver coinvolto negli appelli premi Nobel, cantanti, donne e uomini di spettacolo, politici a fine carriera e anche qualche capo di Stato, ora si gioca la carta più emozionale, i giovani. Ma è davvero così? Davvero rischiamo la fine imminente della Terra, e davvero la rischiamo per l’opera dell’uomo?
Va ricordato che di previsioni catastrofiste sono piene le cronache degli ultimi anni, per esempio nel 2000 importanti riviste assicurarono che di lì a 10 anni in tutte le principali metropoli sarebbe stato obbligatorio indossare le mascherine, e la quantità di luce disponibile si sarebbe dimezzata. In realtà è falso lo stesso slogan ‘salviamo il Pianeta’.
Noi non possiamo salvarlo, sono i numeri a dirlo. Ogni anno nell’atmosfera vengono emesse 800 miliardi di tonnellate di Co2, cioè la principale concausa del riscaldamento globale per l’effetto serra che produce. Il 55% di queste emissioni proviene dalla Terra, il 40% dagli oceani e solo il 5% dalle attività antropiche, cioè dalle attività umane.
Questo vuol dire che la responsabilità dell’uomo è molto limitata e che le cause del riscaldamento sono tante e non tutte conosciute. Sostenere che l’uomo sia la causa di ogni cosa non soltanto non è suffragato dai dati, ma soprattutto è l’ultima deriva di una visione illuministica. Escludere che ci siano motivi misteriosi che ancora non riusciamo a identificare è una presunzione non fondata, che porta dritti ad analisi faziose. L’ecologismo estremista si è trasformato in una nuova ‘religione atea’ dell’umanità, un’idolatria laicista, una dottrina irreligiosa dell’apocalisse. I profeti ambientalisti dicono di voler salvare il mondo.
In realtà, oltre a favorire corposi interessi economici, vogliono punire l’umanità per i suoi peccati contro il panteismo ecologista e materialista. L’umanità, l’Occidente in particolare, deve pagare per come avremmo maltrattato e non avremmo adorato la Terra, la natura, per non essere stati panteisti ed avere invece adorato gli dei delle nostre religioni.
Per questo, ripeto, dobbiamo pagare, realizzare una decrescita ben poco felice, limitare il numero delle nascite perchè l’uomo sarebbe il principale nemico della natura. Capito?