L'INFERNO CHIUSO IN UN PALAZZO
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Un inferno chiuso in un palazzo, dove ogni giorno decine di persone vivono la fatica dei giorni. Persone qualunque di un quartiere popolare di Caivano in provincia di Napoli, si sono ritrovate in un sistema diabolico e lo hanno accettato e quindi alimentato con l'omertà. Fino ad abituarsi, tanto da preferirlo al rischio di denunciare la verità, fino a non rendersi più conto dell'oppressione disperata di quello schifo ripugnante.
Sì, lo schifo ripugnante dell'innocenza violata metodicamente: un sistema di pedofilia e abusi che ha portato all'assassinio di Fortuna, che si ribellava all'uomo che voleva violentarla per l'ennesima volta, Raimondo Caputo, convivente della madre di una vicina di casa: la piccola coetanea della vittima che poi ha confessato di avere subìto dallo stesso uomo, insieme alle sue due sorelle, violenze ripetute ogni giorno. E gli adulti vicino alla bambina tacciono e ostacolano le indagini…
E' significativo che a dare la svolta alla vicenda siano state tre bambine, le figlie della compagna di Caputo portate l'anno scorso in un istituto quando la polizia aveva cominciato ad avere sospetti sul compagno della madre.
Ma se è vero che giustizia va fatta e che è difficile trovare attenuanti all'insensata follia di un uomo che lucidamente sceglie di creare l'inferno in terra, le urla scandalizzate di chi condanna paiono esorcizzare, per discolparsene, il vero male contemporaneo di cui la pedofilia è solo l'ultima conseguenza su cui vige ancora un ultimo tabù.
Mi chiedo anche se provocatoriamente:
[if !supportLists]· [endif]perché, infatti, nessuno appicca il fuoco fuori dagli ospedali dove ogni giorno con l'aborto uccidiamo migliaia di bambini? Perché nessuno si vendica contro gli operatori della provetta o non spacca le celle frigorifere dove centinaia di migliaia di embrioni sono congelati vivi?
[if !supportLists]· [endif]Perché permettiamo, per paura di opporci al sistema omosessualista persecutorio, la sessualizzazione dei piccoli su tv e giornali e ora persino nelle scuole?
Forse, come in questo caso, la mattanza moderna contro l'innocenza avanza perché preferiamo la comodità silenziosa al rischio di chiedere giustizia. O perché, anche noi, all'inferno ci siamo abituati. O forse perché l'innocenza di chi grida che "il re è nudo" ci ricorda la verità e il bene, contrastando i nostri istinti e giudicando il nostro male. Probabilmente, come in questo caso, i sistemi diabolici da noi architettati, in cui la volontà dell'adulto si impone sul bambino, sarà sconfitta, domani, dalle vittime superstiti di oggi. Non però quelle che useranno vendetta (come comprensibilmente potrebbe accadere) ma la forza dell'innocenza redenta.
Infatti, la disperazione di fronte a un male simile, che è il vero inferno, può essere sconfitta solo da una misura metafisica. Come ha detto la madre di Fortuna: "Sono contenta che abbiano trovato i colpevoli, ma mia figlia è morta e non tornerà più". Cioè la giustizia non sarà mai completa. "Però vado avanti perché so che lei dal cielo mi sta dando la forza".