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DECENTE LA PRIMA PROVA D'ESAME

  • Pascal
  • 18 giu 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

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Non poche erano le occasioni per la prima prova dell’Esame di Stato 2015: settecentocinquant’anni dalla nascita di Dante, cent’anni dalla prima guerra mondiale, settant’anni della Seconda, quarant’anni dalla morte di Pasolini, trent’anni dalla morte di Calvino, cent’anni dalla relatività di Einstein. E, poi, l'attualità di Expo 2015.


Probabilmente chi ha scelto le tracce ha optato deliberatamente per tralasciare le ricorrenze più osannate: Dante e la Grande Guerra. Ha scelto in un certo qual modo di ricordare due altre ricorrenze (conclusione Seconda Guerra Mondiale e Resistenza) e morte di Calvino attraverso la proposta per l’analisi di testo di un brano tratto dal romanzo I sentieri dei nidi di ragno. La prova presentava un interessante approfondimento sul passaggio drammatico (in taluni casi come per i bambini sfruttati, orfani, soldati, etc.) dal mondo dell’infanzia a quello della maturità documentato attraverso poesie e romanzi italiani e stranieri. Un’adeguata conoscenza della letteratura dell’Ottocento e del Novecento avrebbe permesso di spaziare dal Verga di Rosso Malpelo al Pirandello di Ciaula e la Luna al Pavese de La Luna e i falò senza trascurare classici come Oliver Twist di Charles Dickens. Interessante è anche la domanda relativa alle scelte stilistiche di Calvino, perché permette di mettere in risalto le competenze acquisite dagli studenti nell’ambito dell’apprezzamento dei testi letterari.

Insomma, in complesso, il mio giudizio è positivo per la proposta della Tipologia A.


Passiamo ora alla tipologia B: redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale a partire dai documenti forniti in quattro ambiti (artistico-letterario, socio-economico, storico-politico, tecnico-scientifico). La traccia sembra dare per assodato che non tutto ciò che leggiamo forma ed educa, cioè non tutti i libri aiutano a crescere. Alcuni romanzi possono essere profondamente diseducativi.

Se si entra oggi nelle librerie ci si accorge come esse si sono trasformate negli ultimi anni. Grandi spazi ben organizzati e accoglienti, ma... Il libro è oggi non più segno di cultura, ma oggetto di consumo, direi di consumo di massa. Si è verificato quanto Leopardi profetizzava nello Zibaldone due secoli fa quando affermava che nel futuro ci sarebbe stata una letteratura colta per pochi e un’altra produzione di consumo per tutti, che non si può considerare arte. L’educazione alla lettura a scuola passa attraverso un accompagnamento dell’insegnante a leggere, a valorizzare ed apprezzare il pregio letterario e artistico, a distinguere ciò che vale da ciò che non vale. Lo stesso verbo latino legere significa raccogliere, scegliere, eleggere. Il verbo ha in sé il valore di selezionare, amare, prendere qualcosa in mezzo ad altro. La lettura inizia, quindi, nella scelta che avviene tra i banchi di scuola o nelle librerie. La vera letteratura è testimonianza delle domande che l’uomo si pone relativamente alla vita, al destino, all’amore, al senso del dolore e della malattia, alla sofferenza per la guerra. I versi di Ungaretti testimoniano il sentimento di fratellanza che sorge nell’uomo di fronte alla morte in guerra, il senso di gratitudine provato per la madre che ha rappresentato per lui una certezza e una speranza indefessa. Ma, più in generale, sono la Vita di un uomo, che è, del resto, il titolo che il poeta decide di assegnare al volume che raccoglie le differenti sillogi. Ma altrettanto vale per i versi di Leopardi che ricerca la felicità nella vita, senza arrendersi, e testimonia che siamo fatti per una felicità infinita. Potrei andare avanti all'infinito con esemplificazioni tratte dagli altri grandi, perché la scrittura nasce sempre da un avvenimento, da un fatto che accade.

L’ambito socio-economico proponeva, invece, «Le sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale», mentre l’ambito tecnico-scientifico recitava: «Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica ha trasformato il mondo della comunicazione, che oggi è dominato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche». Personalmente avrei evitato entrambe le tracce: lo studente rischia di cadere in argomenti generici o retorici o fin troppo abusati. Già altre volte all’Esame di Stato la riflessione dell’ambito tecnico-scientifico è caduta sui social network e sulla connettività.


L’ambito storico-politico («Il Mediterraneo: atlante geopolitico e specchio di civiltà») era molto insidioso, perché richiedeva conoscenze precise relative alle vicende contemporanee: ancora una volta il rischio era quello di cadere nella genericità senza tenere nel debito conto la riflessione sulla Primavera araba e sull’immigrazione di questi ultimi anni.


Veniamo ora alle ultime due tipologie: la C (tema di storia) e la D (tema di attualità).

Il tema di Storia, articolato in maniera complessa attraverso l’uso di testimonianze storiche, chiedeva una trattazione delle fasi della Resistenza e una riflessione sulla continuità tra gli ideali risorgimentali e patriottici e la scelta di schierarsi contro l’occupazione nazi-fascista. In un certo senso, come la prima traccia, anche questa era dedicata alla Resistenza.


La tipologia D (tema tradizionale di riflessione) presentava un’interessante riflessione sul diritto all’educazione sancito da importanti documenti internazionali a partire da una frase del libro Io sono Malala del premio Nobel per la pace 2014 Malala Yousafzai: «Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo». Davvero un bell’auspicio in cui dobbiamo tutti credere (anche se io avrei scelto un altro tipo di personalità per evitare di fare ulteriore propaganda a certa cultura islamica).


Che cosa hanno scelto gli studenti? L’indagine condotta su un campione di 485 scuole ha rilevato che la tipologia più scelta è stata la B (articolo-saggio) di ambito tecnico-scientifico, premiata dal 50,7 per cento dei ragazzi. A seguire, a distanza, l’articolo-saggio artistico-letterario (14,4 per cento), poi il tema generale (12,1), l’analisi di testo (9), l’articolo-saggio storico-politico (6,6), il socio-economico (4,6) e, infine, il tema storico (2,5).

Devo ammettere che questi dati sono abbastanza allarmanti. Che più della metà dei candidati si sia rifugiato (perché nella maggior parte dei casi si tratta di fuga) sull’argomento connettività non è senz’altro un segno positivo.

Le mie preferenze per le tracce vanno decisamente per «La letteratura come esperienza di vita» e la riflessione sull’educazione. Ciò non toglie che anche l’analisi di testo poteva permettere di svolgere prove soddisfacenti a chi avesse studiato bene la letteratura dell’Ottocento e del Novecento. L'ammetto: quest’anno le tracce proposte sono risultate più vicine alle domande e al mondo dei giovani.

 
 
 

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