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NAVA/LIBRI - FILOSOFIA

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SILVANO PETROSINO

 

LO SCANDALO DELL'IMPREVEDIBILE

Pensare la pandemia

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«L'epidemia che ci ha colpito si è manifestata con la violenza dell'imprevedibile» eppure prevedere e decidere il proprio benessere è oggi tra le condizioni principali della nostra società. Uno dei filosofi attuali più lucidi riflette sul dramma del coronavirus a partire dalle parole che usiamo per spiegare questo evento e le sue conseguenze: perché il "futuro" è diverso dall'"avvenire", il "mondo" dal "reale", la "scienza" dagli "scienziati", l'"ottimismo" dalla "speranza", ma anche perché la modalità del "morire" ci ha atterrito più della "morte" in sé, fino a comprendere che l'autentica "libertà" non consiste nel fare ciò che si vuole. Come ci ha cambiato l'epidemia? Che cosa possiamo fare per non farci sopraffare? «dovremmo essere più seri nel vivere il tempo, che non è mai solo il "nostro tempo", il tempo delle nostre "urgenze private"», afferma l'autore indicando un atteggiamento per il "dopo" e citando La peste di Camus: «bisogna restare, accettare lo scandalo, cominciare a camminare nelle tenebre e tentare di fare il bene».

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GIACOMO SAMEK LODOVICI

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LA SOCIALITA' DEL BENE

Riflessioni di etica fondamentale e politica su bene comune, diritti umani e virtù civili

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Per far fronte a una società di soggetti autointeressati, un certo liberalismo ha cercato dei meccanismi giuridici che consentano di fare a meno delle virtù dei singoli. Ma questa concezione non pare risolvere vari problemi che attanagliano diverse società: per esempio garantire più libertà, ma anche più controlli (per contrastare terrorismo e criminalità); favorire la coesione e la solidarietà fra le persone, ma anche rispondere alle esigenze non di rado confliggenti dei singoli, che a volte rivendicano insaziabilmente diritti nei confronti degli altri e dello stato. La crisi delle democrazie deriva dalla mancanza di un ethos in grado di sorreggerle e dal dilagante individualismo. Risulta oggi imprescindibile promuovere le virtù civili e la diffusione di motivazioni a perseguire il bene comune anche quando contrasti con il proprio vantaggio. La principale sorgente di fioritura umana e sociale e di virtù civili sono le comunità umanizzatrici, e il loro inestimabile vivaio, nonché il fondamento cruciale della società, è la famiglia (come già sottolineavano Aristotele, Cicerone, Locke, Hegel e tanti altri). E dunque interesse intrascendibile dello stato (anche per il liberale Rawls) promuovere questo istituto, che è una componente decisiva del bene comune politico. E va rilanciata un'antropologia relazionale (Tommaso d'Aquino): la vita associata è un elemento cruciale del bene di ciascuno.

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