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NAVA/IMPARARE ROMA
Qui sarai tu poco tempo Silvano;
e sarai meco sanza fine cive /di quella Roma onde Cristo è romano.
Però, in pro del mondo che mal vive, al carro tieni or li occhi,
e quel che vedi, ritornato di là, fa che tu scrive
Dante, Purgatorio XVII,102
In questa sezione trovi del materiale, frutto del mio lungo soggiorno romano, di itinerari studiati tra storia, arte, spiritualità, e aneddotica, per "imparare Roma" al meglio. Da piccolo villaggio di pastori sul Palatino, Roma crebbe fino a diventare la "regina dell'universo", un enorme impero che si estendeva dall'Inghilterra settentrionale al Nordafrica.
In seguito, dopo la caduta dell'impero, Roma divenne il centro della cristianità, per via del fatto che la tomba di Pietro, il primo apostolo, è a Roma, e artisti e architetti vi accorsero per lavorare per i papi e per esprimere la propria fede con la loro arte. Le testimonianze della sua storia sono sparse per tutta la città.
Questo itinerario vuole descrivere in breve quanto di meglio Roma può offrire, con i suoi monumenti, le sue vie, i suoi angoli pittoreschi che nessuno dovrebbe trascurare.
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L'ORIGINE DEL NOME: perché si chiama "ROMAAMOR"?
L'origine del nome di Roma è incerto.
La più antica interpretazione risale a Servio, vissuto tra il IV ed il V secolo d.C., il quale sosteneva che il nome "Roma" derivasse da un nome arcaico del Tevere, "Rumon" o "Rumen", la cui radice deriva dal verbo "ruo", cioè "scorrere", sicché Roma avrebbe significato la "Città sul Fiume".
Gli storici di lingua greca, invece, desiderosi forse di considerare Roma una città di origine ellenica, narravano l'arrivo di profughi troiani sulle coste laziali dove Enea, il loro capo, avrebbe fondato una città dandole il nome di una delle donne, "Rome", la quale, stanca di navigare da una terra all'altra, avrebbe convinto le sue compagne a bruciare le navi.
In un'altra versione della leggenda "Rome" diventava la figlia di Ascanio e la nipote di Enea, mentre in un'altra ancora si narrava che "Rome", una troiana giunta in Italia con alcuni suoi compagni, sposò Latino ed ebbe due figli, "Romos" e "Romylos" (Remo e Romolo), i quali fondarono la città dedicandola alla madre. In questi racconti si riscontra un elemento comune, la derivazione del nome da "Rome", di cui è certo perlomeno l'etimologia, "romé", che in greco significa "forza". Sicuramente è nota a molti la leggenda della fondazione della città ad opera di Romolo e Remo: secondo Varrone era l'anno 753 a.C., il 21 aprile per l'esattezza, o, come dicevano gli antichi, l'undicesimo giorno prima delle calende di maggio.
Forse anche gli antichi avevano compreso che questo racconto era un misto di favola e mito, ma ugualmente rimasero legati alla tradizione per una specie di religioso rispetto. Molto probabilmente fu Romolo che prese il nome da Roma e non viceversa. Un'altra importante interpretazione sull'etimologia del termine ricorda che il primo nucleo del Palatino, risalente circa alla fine del 2000 a.C., avesse un altro nome, sostituito durante la dominazione etrusca da "Ruma", che i Latini avrebbero poi pronunciato Roma.
Ma quale era il significato di questa parola? Il termine "ruma", con le varianti "rumis" e "rumen", significava, sia nel latino arcaico che nell'etrusco, da cui derivava, "poppa". Se questa fosse l'origine del nome, potremmo interpretare "ruma" non solo come mammella che offre il nutrimento e la vita ma anche, in senso traslato, come sede delle forze vitali racchiuse nel petto e dunque "forte", analogo al latino "valentia" ed al greco "romé". Questa ipotesi spiegherebbe anche perchè venne scelta, come simbolo della città, una lupa di tradizione etrusca dalle mammelle gonfie di latte.