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BLAISE PASCAL e la vertigine del credere

Il grande filosofo e matematico nato il 19 giugno 1623, celebre per la "scommessa" su Dio, non smette di interrogarci attraverso la costellazione dei suoi “Pensieri”

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Ritratto di B. Pascal, Olio su tela, 62 cm x 1,52 cm, firmato e datato: J. Guitton, Pasqua 1963.

Blaise Pascal nasce a Clermont, ma ben presto, dopo la morte della madre, dovette trasferirsi, insieme al padre e alle due sorelle, a Parigi. Giovane di straordinaria intelligenza, soprattutto in abito scientifico, dove lo spingevano i suoi primi interessi, a sedici anni compose un Trattato delle coniche, a diciotto invento una macchina calcolatrice, per aiutare il padre, commissario della riscossione delle imposte, e a ventitré anni, venuto a conoscenza degli esperimenti di Torricelli, compì numerose esperienze sul vuoto. Nel frattempo alcuni eventi segnarono profondamente la vita di Pascal nella direzione di una conversione religiosa: nel 1646 (prima conversione) è collocato l’incontro con alcuni medici giansenisti che, ospiti in casa sua, stavano curando il padre, infortunatosi a una gamba.

Fu proprio nella conversazione con costoro che Pascal sentì accendersi in sé la fede e l’interesse per la spiritualità giansenista. Ma è nella notte del 23 novembre 1654 che Pascal sperimentò una più radicale conversione (seconda conversione), che consegnò ad un breve foglietto, conosciuto con il nome Memoriale, che un domestico trovo cucito sotto la fodera del suo vestito alcuni giorni dopo la sua morte.

Esso così inizia: «L’anno di grazia 1654, lunedì 23 novembre... Dalle ore dieci e mezzo circa della sera, fino a circa mezzanotte e mezza. Fuoco. Dio di Abramo, Dio d’Isacco, Dio di Giacobbe, e non dei filosofi e dei sapienti. Certezza, certezza, sentimento, gioia, pace. Dio di Gesù Cristo... Oblio del mondo e di tutto, fuorché di Dio. Non si trova che per le vie segnate dal Vangelo...». Cominciò da allora la sua frequentazione del centro giansenista di Port-Royal, dove una delle sorelle, Jacqueline, si era nel frattempo ritirata come monaca.

Nel 1656 uscì la prima delle diciotto lettere, chiamate Provinciali, in cui Pascal, prendendo le difese della dottrina giansenista, polemizzava contro il lassismo della morale gesuitica. Pur continuando ancora a coltivare i suoi interessi scientifici, Pascal iniziò a pensare ad una Apologia della religione cristiana contro i libertini e gli atei del suo tempo: questo progetto rimarrà incompiuto, anche a causa di una salute cagionevole, che lo porterà alla morte, sopraggiunta a soli trentanove anni di età. Il vasto materiale dell’Apologia, costituito da un gran numero di frammenti, verrà pubblicato postumo col titolo di Pensieri, che rappresentano un vero capolavoro di indagine introspettiva della natura umana.

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